Il volume affronta in chiave interdisciplinare e comparata un tema cruciale delle democrazie contemporanee: la fisiologia e la patologia dell’attività di lobbying.
La legittimità e il perimetro di questo canale di partecipazione al processo decisionale pubblico sono stati, a lungo, velati da ambiguità terminologiche e pregiudizi ideologico-moralistici. In un contesto segnato dalla crisi del principio di rappresentanza politica, dall’appannarsi del confine pubblico/privato e dalla forte differenziazione degli interessi collettivi in una società sempre più complessa, diviene ancor più imprescindibile un ripensamento del valore e dei limiti di liceità della rappresentanza di interessi particolari e, sul versante penalistico, del delitto di traffico di influenze illecite di cui all’art. 346-bis del codice penale.
Infatti, nella persistente carenza di una regolamentazione organica dell’attività di lobbisti e gruppi di pressione, la fattispecie penale vigente, recentemente riformulata dalla legge n. 3/2019, si rivela inidonea a fissare un discrimine chiaro e ragionevole tra condotte di influenza lecite e, di contro, punibili. Conclude il volume un progetto integrato di disciplina della rappresentanza di interessi e di riformulazione del delitto di traffico di influenze, nell’intento di soddisfare principi cardine del diritto penale (tassatività, materialità, offensività, proporzione punitiva) ed esigenze di effettiva residualità della risposta penalistica.
Curatori del volume: Stefania Giavazzi, Vincenzo Mongillo, Pier Luigi Petrillo
Editore: Giappichelli, Torino - acquista il volume sul sito web dell'editore
Data di pubblicazione: ottobre 2019
Pagine: 400
ISBN: 9788892130142